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sabato 4 dicembre 2010

Analisi del Territorio in Provincia di Trapani a cura di Enzo Giordano

Analisi del Territorio in Provincia di Trapani
a cura di Enzo Giordano.





Il territorio della provincia di Trapani, malgrado la sua marginalità geografica, rappresenta un potenziale polo di attrazione turistica di grande spessore.Le risorse che ne determinano la capacità attrattiva quali: i centri storico- monumentali, le zone di interesse preistorico ed archeologico, le riserve naturali e i luoghi balneari, concorrono a costituire l'elemento base dell’offerta turistica.L’utilizzo di un così variegato sistema di attrattive deve, necessariamente, essere accompagnato da un efficace sistema di funzionalità turistica, in grado di offrire un piacevole soggiorno al turista-consumatore.Il quadro che emerge dalla situazione attuale nella provincia di Trapani, in termini di sviluppo turistico è, in realtà, poco attuabile in rapporto alle potenzialità espresse. Il nodo centrale che ritengo vada sciolto con estrema chiarezza riguarda la questione dell’organizzazione turistica nel territorio trapanese.Ciò significa attuare un processo di innovazione che, partendo dalla necessità di superare le arretratezze esistenti, giunga a fornire un’offerta turistica pronta a soddisfare la variegata domanda espressa dai turisti.L’offerta turistica, nella sua accezione più ampia, non è limitata alle attrattive originarie della zona, come le risorse ambientali ed artistiche, ma si estende in maniera preponderante alla totalità dei servizi ricettivi, di ristorazione, di trasporto, di accoglienza e di assistenza.Lo sviluppo turistico nella nostra provincia può risolversi, pertanto, soltanto puntando su una programmazione omogenea ed armonica che coinvolga tutti i settori destinati alla " customer satisfaction".Sono indispensabili strategie di intervento mirate non tanto ad una crescita intesa in termini quantitativi, bensì ad un’evoluzione che garantisca la qualità dei servizi.Negli ultimi anni, il turismo ha conosciuto profonde trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche. Adeguarsi a tale cambiamento non significa subire in maniera passiva il suo verificarsi ma diventare i meri protagonisti.Ritengo indispensabile puntare su una logica di crescita che operi una profonda revisione delle metodologie di intervento, individuando i punti focali di uno sviluppo turistico.La provincia di Trapani, nonostante presenti una grande varietà di testimonianze storiche ed antropologiche, risulta quasi esclusa dai grandi circuiti turistici. Sarebbe opportuno indirizzarsi verso una adeguata promozione turistica che contempli tutti gli aspetti caratterizzanti il territorio: ambientali, storico-artistici e socio-culturali.Attuare una intelligente politica dei prezzi e differenziare l’offerta turistica diventano gli assi portanti di una maggiore competitività finalizzata ad evitare l’emarginazione dal mercato.Al fine di recuperare flussi turistici ed allargare la fruizione del turismo a più larghi strati sociali, è opportuno tenere conto dei diversi target a cui indirizzare l’offerta, puntando sulla destagionalizzazione del turismo. Bisogna formulare ed offrire proposte specifiche per segmenti turistici di mercato: storico-culturale, congressuale, giovanile, terza età, sportivo, nautico, naturalistico, archeologico, ecc. Bisogna, altresì, proporre iniziative moderne e competitive, capaci di adattarsi alle esigenze della nuova clientela sempre più alla ricerca di una cultura in senso più ampio: folklore, gastronomia, tradizioni, storia e costumi.Congiuntamente a questo, sarebbe opportuno organizzare e promuovere manifestazioni di interesse culturale, folkoristico, musicale, ecc. che abbiano un notevole richiamo turistico. E’ indubbio che affinchè vi sia turismo nella nostra provincia, occorre focalizzare l’attenzione su alcune strategie che si traducono in:Salvaguardia dell’ambiente e valorizzazione delle risorse naturali e monumentali del territorio e delle bellezze paesaggistiche.


Cultura dell’accoglienza. Potenziamento dell’attuale basso livello quantitativo e qualitativo delle strutture turistiche.E’ opportuno migliorare ed ampliare l’offerta turistica dalle infrastrutture di base (mezzi, vie di comunicazione,ecc.) e turistiche (porticcioli, centri di informazione, ecc.) alle strutture ricettive e di ristoro, ai servizi di trasporto, di accoglienza e di assistenza. Diventa, inoltre, indispensabile, mediante una adeguata formazione professionale, qualificare le risorse umane, affinchè possano garantire professionalità nel campo dell’accoglienza e dell’offerta dei servizi. Purchè il sistema turistico nella provincia di Trapani raggiunga un più alto grado di sviluppo integrato, sarebbe necessario ed auspicabile: Che le piccole e medie imprese e le associazioni operanti nel settore si coalizzino, poiché è a questo livello che si realizza concretamente il miglioramento dell’attività turistica.Che l’investimento privato ed il sostegno pubblico si muovano nella stessa direzione, ovvero orientandosi verso uno sviluppo il più possibile equilibrato.In questa logica, una politica possibile è quella di agevolare l’accesso al credito delle aziende private, attuando un processo di liberalizzazione dell’investimento, attraverso un serio disboscamento dell’oppressione burocratica.Si deve, infine, considerare l’opportunità di favorire la creazione di centri di consulenza e assistenza per le imprese turistiche e di ciò con ITALIAN HOSPITALITY ci organizzeremo. Ritengo che l’efficienza di tali centri potrebbe rappresentare un’ulteriore valvola di aggiustamento per lo sviluppo armonico ed omogeneo di codesto territorio, ma anche a livello Nazionale.

venerdì 3 dicembre 2010

Il Sud d'Italia è sempre poco conosciuto.

Il Sud  d'Italia è sempre poco conosciuto



di Enzo Giordano
Esperto di Marketing e Management Turistico










Per i turisti tedeschi, francesi e britannici che hanno visitato il Sud Italia, spiagge e patrimonio artistico delle città sono ad altissimo gradimento. Ma sono ancora una minoranza i viaggiatori dei tre paesi europei che si spingono oltre Roma: solo il 29% dei turisti tedeschi, il 24% di quelli britannici e il 16% di quelli francesi. C’è quindi un grande bacino di turisti potenziali che ancora mancano all’appello. È quanto emerge da un ampio sondaggio condotto tra un campione rappresentativo di cittadini dei tre paesi del Vecchio continente, realizzato da Confesercenti in collaborazione con la società di ricerche di mercato Swg, proprio per cercare di mettere in evidenza le ragioni della marginalizzazione turistica del Sud Italia.


«Dal nostro studio», spiega il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti, «esce bocciata soprattutto la pubblicizzazione all’estero delle regioni meridionali: una promozione carente o addirittura assente. In mancanza di campagne informative organiche, a spingere i turisti europei oltre Roma ci pensano così il passaparola di amici e parenti, l’immaginario creato da film e televisione o, novità emergente, i buoni uffici di internet». Secondo i dati Swg, infatti, il 23% dei tedeschi conoscerebbe le nostre regioni meridionali soprattutto attraverso le parole di amici e parenti, così come il 21% dei britannici e il 20% dei francesi. Un altro 20% di cittadini dei tre paesi europei si sarebbe invece fatto un’idea del nostro Mezzogiorno grazie alla televisione. Il 14% dei tedeschi, il 15% dei britannici e il 12% dei francesi, infine, avrebbe raccolto informazioni sul Sud Italia tramite il web.


L’indagine, d’altro canto, rivela anche come oltre il 90% dei visitatori tedeschi, britannici e francesi sia rimasto molto o abbastanza soddisfatto del viaggio nel sud della penisola. Un dato una volta tanto in linea con il resto del paese, il cui indice di gradimento medio complessivo viaggia attorno al 95%. «Ciononostante», prosegue Albonetti, «il Sud resta un illustre sconosciuto per una vasta platea di turisti europei: circa l’11% di britannici, tedeschi e francesi ha dichiarato, infatti, di non avere sufficienti informazioni utili a poterlo scegliere come meta di una vacanza».


Considerevole pure la quota di chi ha asserito di non essere interessato per niente a recarvisi: il 17% dei tedeschi, il 22% dei britannici e il 21% dei francesi. «Un’ulteriore prova, seppur indiretta», conclude Albonetti, «del fatto che non sono stati raggiunti da una promozione turistica incisiva. Tra gli altri motivi che scoraggiano una vacanza al Sud ci sono poi i costi elevati e, con percentuali mediamente più modeste, il rischio mafia e camorra, nonché il clima eccessivamente caldo».


Nello studio Swg compare, infine, anche il capitolo sporcizia e rifiuti, che, dopo le traversie passate da Napoli, preoccupa sì, ma in modo abbastanza marginale: l’8% dei tedeschi, il 10% dei francesi e appena il 2% dei britannici.










Gli atout del Meridione






L’indagine Swg non ha naturalmente dimenticato di analizzare anche le attrattive del Sud che conquistano i turisti europei. Sole, mare e bellezze naturali sono risultati così i punti forte dell’offerta meridionale. Quasi la metà di tedeschi e francesi e un buon terzo di britannici hanno, infatti, dichiarato di farsi sedurre soprattutto dal clima e dalla natura delle regioni e delle coste del Sud. Alto per britannici (24%) e francesi (19%) anche il valore aggiunto di arte e cultura che invece sembrano non ammaliare particolarmente i tedeschi (8%). Altro piatto forte di una vacanza al Sud si rivela, poi, il buon cibo accompagnato dal buon vino, apprezzati dal 24% dei britannici, dal 17% dei tedeschi e dal 10% dei francesi.


Per quanto riguarda le destinazioni del Sud preferite, invece, è stata registrata un’accentuata differenza tra i gusti dei viaggiatori a seconda del proprio paese di origine: i tedeschi non hanno dubbi e fanno rotta in maggioranza per la Sicilia (il 41% contro il 29% che preferisce la Campania). Al contrario, il 36% dei britannici predilige Napoli, le isole e la costiera, mentre solo il 28% sceglie la Sicilia. I francesi, infine, si dividono equamente fra interesse per la Campania (28%) e per la Sicilia (27%). Più distaccate, poi, le altre mete del Sud d’Italia, con tedeschi in maggioranza in Sardegna e Puglia (preferite entrambe dal 10% del campione) rispetto a britannici (9% verso l’isola, 3% sulle spiagge pugliesi) e francesi (5% in Sardegna, 1% in Puglia).
Mi chiedo, ahimè, come faccia l'ENIT a continuare a divulgare errate proiezioni. Vanno coinvolte in modo consistente le Provincie Regionali che devono promuovere le loro provincie arricchendole di Eventi e soprattutto necessità sempre più riqualificare il parco Esercenti, poco proiettato in un contesto mondiale ormai in atto.
Resto dell'idea che oggi il Turismo richieda gente qualificata...l'improvvisazione, purtroppo ha creato soltanto disservizi e prezzi inadeguati ed impraticabili che portano al crack... Io continuo ad affermarlo da anni, tutti sono concordi, solidali ma poi ogni anno PANTA REI...  Il Merdione d'Italia necessita di Veri Manager.